L'ABBAZIA DEI SANTI FABIANO E SEBASTIANO

  • Sezioni longitudinali della chiesa e della "cripta"
  • Planimetria di progetto del piano terra della chiesa, con riportati gli interventi principali apportati ed un dettaglio costruttivo del cavedio passacavi, inserito lungo tutto il perimetro interno
  • Leone, frammento lapideo decorativo
  • frammenti lapidei architettonici rinvenuti durante i lavori di restauro recenti, poi murati nell'altare della chiesa
  • Frammento lapideo decorativo reimpiegati e murato nel seminterrato della "cripta"
  • Frammento lapideo decorativo reimpiegato e murato del seminterrato della "cripta"
  • sezione esecutivo
  • piante esecutivo
  • Leone
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L’Abbazia dei Santi Fabiano e Sebastiano, detta anche Badia del Lavino o di Valle Aigonia dal nome dei Conti di Lagune o Aigoni, signori della zona, è collocata in una posizione geograficamente strategica, all’incrocio di vie  della fascia pedemontana tra i fiumi Reno e Panaro, linea di confine che divideva l’Esarcato di Ravenna dal dominio dei Longobardi.

In origine l’Abbazia fu intitolata a San Fabiano, Papa martirizzato nel 250 durante la persecuzione dell’Imperatore Decio e successivamente, nel XIV secolo, anche a San Sebastiano morto martire sotto Diocleziano (244-311), santi particolarmente venerati nell’Italia Settentrionale.

Non ci sono documenti certi sulla nascita di questo complesso, citato per la prima volta in un documento del 1150, ma già nell’VIII – IX secolo doveva sorgere qui un edificio religioso annesso ad un rifugio per viaggiatori, documentato da frammenti architettonici decorati,  inseriti, come era uso in antico, nelle strutture murarie e rinvenuti  anche durante i recenti lavori di restauro.

Nel XII secolo le testimonianze scritte e le caratteristiche architettoniche  attestano chiaramente l’esistenza di un complesso romanico, affidato ai Benedettini, costituito da una chiesa a tre navate, del tutto simile a quella attuale, e da un convento ospizio organizzato intorno ad un chiostro.

Nel XV secolo la chiesa viene completamente ristrutturata ma rispetta l’impostazione romanica a tre navate; nella parte inferiore della facciata si aprono un nuovo portale ad arco (nella lunetta affresco tardo cinquecentesco) e due finestrelle verticali; la parte superiore, tripartita da due lesene è ornata al centro da un occhione circolare con elegante cornice di laterizio ed è conclusa da una cuspide a due spioventi che copre l’andamento delle navate laterali, più basse. Nel campanile a veletta la data posta sulla campana 1474 indica tradizionalmente l’anno della fine dei lavori.

Viene costruita l’abside e probabilmente lo “scurolo”, un ambiente sotterraneo con volta sorretta da due piloni che sostengono le due colonne della navata sovrastante, davanti all’altare maggiore.

Al XVI secolo risale la torre esterna, con funzione di colombaia, costruita quando il complesso della Badia, dal 1586, divenne proprietà del Collegio Montalto di Bologna, ora Collegio San Luigi, retto dai Barnabiti.

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